La nostra richiesta come gruppo Progetto Cameri di convocare il consiglio Comunale, aperto alla cittadinanza, sulla situazione occupazionale del nostro paese e sulla ricaduta che le crisi in atto hanno sulla nostra comunità ,nasce innanzitutto dalle sollecitazioni ricevute da tanti cittadini cameresi preoccupati dalla notizia diffusasi in paese, e data poi anche dai giornali locali e dalla televisione ,che la società Cotoni di Milano ex Bossi ,storica azienda del nostro paese,ha chiesto il concordato fallimentare presso il tribunale di Novara e che quindi la sessantina di lavoratori che sono occupati presso la sede di Cameri vedono messo a rischio il proprio posto di lavoro, così come si aggrava la drammatica situazione dei vari laboratori che lavorano per Bossi e che sono costretti a lasciare a casa molte lavoratrici loro dipendenti.
Ed è con tanti cittadini cameresi che abbiamo condiviso le stesse preoccupazioni, confermate anche dagli ultimi avvenimenti, relative alle ditte Sirti e Amut, non dimenticando ciò che è accaduto solo pochi mesi fa a ditte come Santi ed Etica.
La grave crisi occupazionale è precipitata negli ultimi cinque mesi diventando gravissima e non più sostenibile dalle numerose famiglie coinvolte.
Di questa situazione ne risente anche l’indotto che vede ridurre le prestazioni per gli artigiani e le vendite per i commercianti a rischio di chiusura anche loro.
I cittadini si sono rivolti a noi come amministratori, ci hanno chiesto come l’Amministrazione Comunale si fosse mossa in questa realtà così drammatica e soprattutto ci chiedono come è possibile che l'Amministrazione comunale non fosse informata in questi mesi di quello che oggi è accaduto.
Che la ditta fosse in difficoltà è risaputo visto che a partire dal 2008 è andata via via a eliminare la produzione diretta dei suoi prodotti mettendo prima in cassa integrazione e poi in mobilità un centinaio di lavoratori e lavoratrici esternalizzando la lavorazione a laboratori di Cameri e dell'Ovest Ticino.
Gli stessi cittadini si meravigliano leggendo sulla stampa locale della costernazione del Sindaco nel venire a conoscenza in modo inaspettato dell’improvvisa chiusura della Società. E noi ricordiamo la ferma intenzione del sindaco affermata in Consiglio Comunale nel 2009 di monitorare costantemente la delicata situazione della Bossi e anche quella delle aziende del nostro territorio.
Queste domande e richieste hanno indotto l’opposizione a chiedere la convocazione del Consiglio Comunale aperto per conoscere cosa è stato fatto concretamente in questi mesi o in questi anni dall’Amministrazione Comunale per tenere sotto controllo e aggiornarsi sulla situazione occupazionale ed imprenditoriale del nostro territorio in un momento così grave senza aver la pretesa che la stessa amministrazione possa impedire la chiusura di imprese o esercizi commerciali o attività di servizi ma sicuramente deve avere l'obbligo di essere presente e la dove è possibile sostenere soluzioni o interventi che contengano le criticità
Noi possiamo dirvi come ci siamo comportanti in situazioni simile dal 2005 al 2008 periodo già critico che annunciava un futuro peggiore.
Incontri con i datori di lavoro : Società: Bossi, Procos, Meritor
Incontri con i Sindacati
Incontri con l’Associazione degli Industriali
Incontri con il Prefetto
Incontro nel 2008 con i datori di lavoro della Soc. Bossi a cui ha partecipato anche il Parroco Don Tarcisio
Ricevimento dei dipendenti e sindacati in questa sala dove è stato invitato anche l’attuale Sindaco che allora sedeva in consiglio all'opposizione proprio perchè si reputava importante che tutti fossero a conoscenza della reale situazione e che tutti potessero contribuire a risolvere positivamente il momento di crisi.
I cittadini ora vogliono conoscere come voi vi siete comportati per tentare almeno di monitorare le situazioni.
Conoscere dati più aggiornati sulle situazioni critiche del nostro territorio
Discutere e confrontarci con i cittadini, sindacati, Parrocchia e Associazioni per fare sinergia nell’essere vicini in modo concreto a quei cittadini che si trovano in condizioni economiche disagiate ma che fanno parte della nostra comunità camerese, altrimenti come possiamo chiamarci comunità se non c’è solidarietà?
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